Elisa Nicoli, comunicatrice ambientale

Un giorno Lea ha steso pezzo di tessuto sul pavimento, l’ha ritagliato, l’ha cucito e ci ha ricavato la sua prima felpa. Era la prima volta che utilizzava una macchina per cucire. E da allora non ha più smesso con il riciclo stoffe, per creare sempre nuovi vestiti, accessori d’abbigliamento e oggetti per uno stile di vita zero waste.

Maglia fatta con il riciclo stoffe

Lea è ai miei occhi un miracolo della natura, impara non dall’esperienza altrui, ma semplicemente dalla sua tenacia e incredibile creatività. Più la sfida è complessa, più si incaponisce a portarla a termine.

Lea ricama la sua etichetta

L’inizio dell’attività

È stata la pandemia a darle la spinta finale ad aprire partita iva, a maggio 2020, proprio per vendere mascherine di stoffa. Prima di allora la sua attività di creazione vestiti da tessuti di recupero era un hobby, che portava avanti facendo contemporaneamente l’insegnante di scuola Montessori.

Lea ha iniziato ad appassionarsi al cucito nel momento in cui si è stancata di comprare vestiti. Sbagliando e riprovando è ora in grado di realizzare qualunque cosa uno chieda. Un sistema che richiede molto tempo, ma che garantisce un processo di apprendimento costante. Lea, con Gel Zun – Gelbe Sonne, produce infatti pezzi unici con il riciclo stoffe, creati dall’ispirazione che le danno i tessuti o i vecchi vestiti raccolti negli anni.

Lea nel suo deposito di riciclo stoffe

Prendersi cura dello scarto

Lea ricama con cura le etichette delle sue creazioni, è un modo per prendersi il tempo di dire addio a ciò che le sue mani, con magia, hanno creato da ciò che viene considerato “scarto”. Lei, che scarti non ne vuole produrre mai. Spedisce persino i suoi lavori di sartoria in confezioni di recupero come tetrapak, buste del caffè, ritagli (anch’essi cuciti) di vecchie riviste della nonna.

Lea ricama la sua etichetta

Riciclo stoffe… per lo zero waste

Da qualche anno crea anche accessori durevoli, sempre da materiali di recupero, per uno stile di vita zero waste: fazzoletti di stoffa ricavati da camicie, sacchettini per la spesa da vecchie lenzuola, spugnette per i piatti con scarti di lavorazione al loro interno, dischetti struccanti da piccoli recuperi di stoffa, scottex lavabile, fogli cerati.

Sacchetto da riciclo stoffe

Il fallimento non è contemplato

Lea non pensa a fallire, non inizierebbe neanche. Decide che vuole veramente fare quel determinato progetto, anche se una parte di sé dice che non ce la farà mai. E invece ogni volta da un mucchietto di ritagli di stoffa nasce una nuova meraviglia.

Borsa ottenuta con riciclo stoffe

Seguite Lea e il suo progetto Gel Zun – Gelbe Sonne anche su Instagram e Facebook.

Con #donnesconfinate racconto storie di donne che non si lasciano fermare dal confinamento forzato, donne senza confini, che con coraggio portano avanti i loro sogni, spinte da una forte connessione con la natura e/o dal voler ridurre il proprio impatto sulla terra. Vorrei che fossero d’ispirazione a tutt* coloro che sono senza più orizzonte, per un momento di energia positiva.

Progetto realizzato con il sostegno della Provincia autonoma di Bolzano/Alto Adige – Ripartizione Cultura Italiana. Il titolo #donnesconfinate è stato creato da Jordi Apollonia, il mio copy preferito.

Tutte le foto sono di proprietà di Lea, Gel Zun – Gelbe Sonne.


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