Se utilizziamo gli asciugamani – usati – di un albergo, perché ci schifiamo a comprare vestiti usati? Angelica di Can-dle mi fa riflettere su un concetto al quale non avevo mai pensato. Angelica ha fatto del riciclo l’obiettivo principale della sua nuova attività: creare candele vegane in contenitori di recupero. Le serviva uno strumento per comunicare le tematiche che le stanno a cuore. Una candela in paraffina, colata in vasi acquistati apposta non avrebbe avuto senso. Neanche la cera d’api avrebbe simboleggiato il suo messaggio.
La composizione delle candele vegane di Angelica
Ha scelto quindi cera di soia, vegana e non tossica per inalazione (al contrario della paraffina), stoppini autoprodotti da filo di macramè 100% cotone e i barattoli in banda stagnata di recupero che sfornano cognata e suocera, coi loro 14 gatti in due.
Un’autoproduttrice dal mondo della pubblicità
Si ricicla tutto, anche le competenze. Angelica sfrutta la sua formazione ed esperienza lavorativa di un decennio in ambito grafica e marketing per proporre il suo progetto. Il mondo della pubblicità le sta sempre più stretto e spera di poter fare diventare Can-dle la sua attività principale e poter accettare solo committenti “sostenibili” nell’ambito della comunicazione. Nel motto “Light the world, Save the planet! 🌏” si capisce che il suo progetto è stato studiato con cura, da una professionista. Anche il nome è geniale, con quel trattino in mezzo alla parola “candle” Angelica vuole sottolineare la parte “can”, che in inglese significa lattina.
Uno stile di vita vegano e zero waste
Angelica è vegana da 4 anni (portando avanti il progetto di sensibilizzazione See.Vegan) e da 4 anni si impegna quotidianamente per un stile di vita minimalista e senza rifiuti. Calabrese di origine, ora vive a Somma Lombardo, dove convive con il suo compagno vegano e va a raccogliere nel bosco di famiglia le piante che essicca e mette nelle sue eleganti candele. Alcune erbe arrivano invece dalla nonna in Calabria.
Cerca di evitare i rifiuti anche nell’acquisto delle materie prime che servono per produrre le candele. Gli oli essenziali e le essenze arrivano in vetro, imballati in carta o chips di mais solubili in acqua. Le vernici sono quelle meno tossiche che ha trovato in vendita. Quando ha provato ad usare quelle spray si è sentita male.
La nascita di Can-dle
Can-dle è nato a dicembre 2020, a quasi un anno dall’inizio della pandemia, che sicuramente ha stimolato la nuova attività: chiusa in casa ha avuto molto più tempo per fare esperimenti e testare le candele. Creare un prodotto artigianale è anche fare capire il tempo, il lavoro e il sudore che ci stanno dietro. Contro la svalorizzazione dell’oggetto, tipica del consumismo.
Attraverso il suo profilo Instagram Can-dle.it vuole parlare non solo delle sue candele, ma anche fare informazione e sensibilizzare. Qualcuno ti ascolterà. Il messaggio intanto lo hai inviato.
Con #donnesconfinate racconto storie di donne che non si lasciano fermare dal confinamento forzato, donne senza confini, che con coraggio portano avanti i loro sogni, spinte da una forte connessione con la natura e/o dal voler ridurre il proprio impatto sulla terra. Vorrei che fossero d’ispirazione a tutt* coloro che sono senza più orizzonte, per un momento di energia positiva.
Progetto realizzato con il sostegno della Provincia autonoma di Bolzano/Alto Adige – Ripartizione Cultura Italiana. Il titolo #donnesconfinate è stato creato da Jordi Apollonia, il mio copy preferito.
Tutte le foto sono di proprietà di Angelica, Can-dle.
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