Elisa Nicoli, comunicatrice ambientale

Dopo soli 5 minuti di telefonata con Olga di A Pompidou avevo già voglia di essere seduta al suo fianco e creare assieme a lei. Olga è un vulcano, ha sempre idee nuove e sempre nuove esperimenti da fare. La tessitura con fili recuperati da tessuti dismessi è una di queste.

Olga davanti al telaio per la tessitura

Come nasce A Pompidou e la tessitura di recupero

In un viaggio a Parigi Olga stava delineando il suo nuovo progetto. Scesa dal bus si è trovata di fronte il Centre Pompidou. A Pompidou Ecofashion è nato lì e da esso ha preso il nome. È un laboratorio permanente di tecniche antiche e nuove di trasformazione di tessuti in disuso, grazie alla tessitura e al ricamo.

Tessere stoffa di recupero

L’arrivo in Sicilia

Olga, dalla Spagna, ha viaggiato tanto prima di arrivare in Sicilia. Inghilterra, Spagna, Isole Canarie, Repubblica Dominicana… in ogni luogo ha trovato ispirazione per le sue creazioni con stoffe di recupero. Poi un giorno è scesa in Sicilia per svernare col suo van. Lì si è innamorata e ci è rimasta.

Un ricamo siciliano

Gli sprechi della moda e la tessitura di recupero di Olga

È la seconda delle mie #donnesconfinate a non riuscire a stare nel mondo della moda, soprattutto dopo aver studiato disegno di moda a Madrid. Era più interessata all’ecologia e allo Zero Waste che non al costante consumo dell’abbigliamento. Ogni tanto ha fatto sfilate, ma con i suoi pezzi unici, senza mai creare delle collezioni che mutano di stagione in stagione.

I suoi primi vestiti erano in cotone organico, con bottoni in cocco realizzati artigianalmente in Repubblica Dominicana. Poi si è resa conto che c’era talmente tanto scarto di stoffa disponibile che ha cominciato a lavorare sull’upcycling. Olga adesso è circondata da gomitoli autoprodotti, con grande gioia del suo gatto. Il suo impegno principale è recuperare vestiti, ottenerne un filo e tesserlo in incredibili lavori a cavallo tra arte e moda.

Olga e i suoi gomitoli per tessere

Prima e dopo la pandemia

Prima della pandemia con i suoi gomitoli per la tessitura creava o rinnovava vestiti per il flamenco, che tradizione vuole siano sfoggiati sempre nuovi ogni anno agli eventi in Andalusia legati a questo ballo. Al momento questa attività è sospesa, ma riesce comunque a guadagnare da vivere con il suo progetto. Uno dei segreti è quello di avere abbassato i bisogni, scegliendo di vivere in modo semplice. Col suo compagno si gode una casa in campagna, che le permette di autoprodurre tanto, orto compreso.

Tessere gonne per flamenco

I corsi di tessitura con tessuti di recupero ora continuano a distanza. Olga tanto non sta mai ferma. Adesso si sta occupando di ricami su vecchi vestiti o su tessuto, anche basati sull’artigianato tradizionale siciliano. Ma non solo, ha il freezer pieno di scarti alimentari, che usa per testare tinture naturali.

Sul suo sito A Pompidou si possono comprare le sue creazioni del momento, come i quadretti ottenuti da sacchi di juta di recupero, ricamati con i suoi caratteristici fili, anch’essi riciclati. La seguite su Instagram su A Pompidou Ecofashion.

Tessere gonne per flamenco

Con #donnesconfinate racconto storie di donne che non si lasciano fermare dal confinamento forzato, donne senza confini, che con coraggio portano avanti i loro sogni, spinte da una forte connessione con la natura e/o dal voler ridurre il proprio impatto sulla terra. Vorrei che fossero d’ispirazione a tutt* coloro che sono senza più orizzonte, per un momento di energia positiva.

Progetto realizzato con il sostegno della Provincia autonoma di Bolzano/Alto Adige – Ripartizione Cultura Italiana. Il titolo #donnesconfinate è stato creato da Jordi Apollonia, il mio copy preferito.

Tutte le foto sono di proprietà di Olga, A Pompidou Ecofashion.


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